Uno dei propositi che mi sono prefissata per questo 2018 è viaggiare. Ho bisogno di tornare a vedere cose nuove, di vivere sulla pelle esperienze non per forza eccezionali, ma diverse dalla quotidianità che ultimamente mi sta stretta.
Per questo ( e perchè so quanto è bella!) quando Elisa dell’Apt Val di Fassa mi ha chiesto se mi andasse di scoprire un piccolo nuovo angolo di valle insieme alla mia famiglia, ho accettato al volo. Il programma poi sapevo avrebbe mandato in brodo di giuggiole il mio ometto più grande, quindi non potevo dire di no.
Ma i piani, si sa, son fatti per essere disattesi. Così se la partenza è stata carica di entusiasmo, il sabato mattina ci ha accolti con un bel febbrone di Nicc, e la gita familiare si è trasformata in un momento comunque raro, un passo a due tra me e Samuele, che è da sempre il gemello del papà…
E mentre Nicc, Olivia e papà sono rimasti in paese a godere dell’ospitalità dell”hotel Laurino, che ci ha accolto con un’ospitaità tradizionale e famigliare attenta alle esigenze di ogni membro della tribù, piccoletti compresi, noi marsupio in spalla, siamo partiti.

L’uso della fotocamera è stato ahimè limitato dal mio accompagnatore:D, ma sono riuscita a catturare qualche immagine con il telefono… ( come facevamo una volta a ricordare? Chissà quando abbiamo smesso di serigrafare nel cuore e nella pelle quello che viviamo per accontentarci dei pixel…)
Mentre salivamo da Moena, la neve si è fatta sempre più fitta. I fiocchi erano asciutti, grandi e bellissimi, e posandosi sul manto già presente, creavano un tappeto morbido e vellutato, bianchissimo, impossibile da distinguere dal cielo carico di nubi.
In questo scenario di cotone ho finalmente messo ai piedi per la prima volta in vita mia le ciaspole, e ci siamo avventurati nel silenzio del Passo San Pellegrino sul lago ghiacciato. Credevo che ciaspolare fosse più faticoso, invece la sensazione di galleggiare sulla neve è piacevolissima, e la passeggiata in piano era davvero adatta sia ai grandi inesperti come me:D, che ai più piccoli.

Un’oretta di passeggiata è stata il preludio perfetto prima di salire ulteriormente. Ad attenderci uno dei paesaggi più belli che abbia mai visto, quello attorno al rifugio Fuciade.
Al rifugio si può accedere con una passeggiata di circa 45 minuti, o chiedendo un passaggio con la motoslitta o con il “carroarmato” al momento della prenotazione. Una volta arrivati, guardatevi intorno. Non serviranno molte parole. Personalmente mi sono appuntata di tornarci in una giornata di sole, per godere appieno del contrasto tra l’azzurro del cielo e il bianco delle Dolomiti scolpite dalla neve.
E l’interno del rifugio non è da meno. Accoglienti e calorosi, i locali sono in realtà dei piccoli musei. Dal passato le forme in legno per il burro, cui è stato dedicato anche un libro, fisarmoniche, oggetti della quotidinità sono sparsi ovunque, in ogni angolo, proprio come in una casa accogliente e vissuta, con le pareti arricchite da ogni genere di opere create da artisti della zona,in vendita e in esposizione, e le credenze coperte di libri da prendere in prestito in attesa di consumare il pasto o di ripartire verso nuove mete.



Certo. Il pasto è un argomento a parte. I piatti della carta sono tutti creati con ingredienti del territorio e ispirati alla tradizione, ma sono rivisitati in chiave moderna e gourmet, in maniera eccellente: io ho assaggiato un uovo pochè in crema di pane con speck e puzzone di Moena… vi lascio la foto così traete voi le conclusioni:D.
E anche il mio compagno di avventure ha molto gradito! ( una nota personale: il ristorante è perfettamente attrezzato, sia a livello di strutture che di pazienza, per accogliere piccoli ospiti. E i giochi all’esterno lo rendono perfetto anche per far consumare il pasto in tranquillità agli adulti, mentre i più grandi si divertono) .
Il rientro è stato magico. Ad attenderci fuori dal rifugio c’era una slitta trainata da due magnifici cavalli, che ci ha condotto sotto i fiocchi che continuavano a cadere copiosi, verso malga Mirasole, in un’atmosfera ottocentesca che nulla aveva da invidiare a un romanzo di Dickens. Un’esperienza davvero unica, che incanta i più piccoli, ma che non lascia indifferenti nemmeno i grandi…
Occorre che aggiunga con quanto entusiasmo siano stati accolti i cavalli dal mio cavaliere?:D
Una giornata davvero unica insomma, di prime volte e piccole coccole. Che per noi mamme è terminata con una dose di chiacchiere e relax nelle vasche e nelle saune di QC Terme Dolomiti,
in nuvole di vapore di cui godere circondati dalle cime dei monti patrimonio UNESCO: in una giornata serena potreste spiare anche voi, al tramonto, nel giardino delle splendide rose rosse del regno del re Laurino, come racconta la leggenda che spiega da secoli il fenomeno dell’ enrosadira.
Se volete passare qualche giorno in un posto magico nelle prossime vacanze di Pasqua, non posso che consigliarvi di cercare in queste zone: è una montagna a portata di tutti, atleti e non, in cui anche le famiglie possono muoversi senza fatica e senza rischi, le attività per i bimbi sono tantissime, le piste sono ancora aperte e cariche di neve, i ristoranti piene di cose buone:D, e la magia… ovunque!